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Da quando faccio questo mestiere, c’è una domanda che mi fanno sempre in molti (soprattutto chi non appartiene a questo mondo): ma di cosa ti occupi di preciso?
Oggi finalmente rispondo a questa domanda, raccontando cosa fanno un direttore di produzione e un producer di un qualunque prodotto audiovisivo che lavora in una casa di produzione video. Con una precisazione: non facciamo cinema - dove dinamiche e tempi sono diversi e più dilatati - ma questo è un buon punto di partenza non solo per capire cosa si fa, ma anche per dare delle informazioni in più a chi questo mestiere interessa veramente. Un mestiere che definirei incredibile.
Per produzione audiovisiva si intendono tutte le fasi di lavorazione per un contenuto multimediale, dall’ideazione fino alla realizzazione e distribuzione. Una strutturazione adeguata di ogni fase permette al reparto produzione di riuscire a mettere in piedi un impianto strategico per la sua realizzazione. Tutto va organizzato nei minimi dettagli, per evitare di trovarsi impreparati sul set e ridurre al minimo i rischi di imprevisti (che comunque sono quasi inevitabili).
Ogni progetto ha quindi una sua struttura specifica: si parte da un’idea creativa o da un soggetto, tramite il quale si raccontano il messaggio e l’obiettivo del prodotto (qualunque esso sia).
Esistono diversi tipi di prodotti multimediali: videoclip, video corporate, interviste, cortometraggi, documentari, branded content e molti altri. Ma la fase di organizzazione - màs o menos - è sempre la stessa. Una volta acquisiti gli strumenti, sarà solo questione di tempo prima di riuscire a svolgere una produzione degna di nota.
Le fasi di una produzione audiovisiva sono le seguenti:
Eppure, il reparto produzione - in particolare nelle figure del direttore di produzione, assistenti e runner - si occupa di una fase specifica per poi sparire alla conclusione del set. O meglio, nel momento in cui il girato passa nelle mani della post produzione, il nostro lavoro si può dire concluso anche se così non è perché la produzione di un progetto va aperta, ma va anche chiusa con l’amministrazione.
Come ogni mestiere che si rispetti, anche qui si parte dalla gavetta ed è utile farne tanta per comprendere tutte le sfaccettature del settore. Eppure sono esperienze talmente formative (anche se voi non lo sapete ancora mentre lo fate) che ve ne ricorderete per sempre e, qualunque cosa voi facciate nel frattempo, prima o poi, vi tornerà utile. Un po’ come un boomerang, qualcosa torna sempre indietro: contatti, location, città, materiale, tutto. Ma torniamo a noi. Spesso si parte dai ruoli supremi, quelli più grossi ed importanti ma io vorrei mettere in luce proprio i primi passi che si compiono in questo reparto perché è da lì che si parte davvero.
All’interno di una casa di produzione video, il primo ruolo in produzione che vi verrà assegnato - se partite da zero - è molto probabile che sia quello del runner.
Il runner - come dice il nome stesso - è la persona che corre, letteralmente ovunque
e qualunque cosa serva, in ogni posto della città. Insomma, il galoppino della produzione. L’unico requisito vivamente consigliato è essere automuniti, o almeno patentati. E’ così che - io ad esempio - ho imparato a conoscere le strade di Milano. Occupandomi dei pick-up degli attori, facendo la spesa craft per il set, o recuperando materiale non previsto in rental mai sentiti. Esplorare, conoscere, osservare ma soprattutto fare: questi i 4 comandamenti di un runner. Più veloce sei meglio è, senza prendere multe però! La produzione non ha budget per questo. Vi sdoppierete e anche se pensate di non esserne in grado, ci riuscirete. Sembra il ruolo più brutto del mondo, in cui regna lo sfruttamento, ma vi posso dire personalmente che non è così. Se davvero vi trovate all’interno di una buona crew sarà il lavoro più bello del mondo.
Fatta un po’ di gavetta nelle più svariate produzioni, lo step successivo è fare l’assistente di produzione. Rispetto al runner, che non ha necessità di conoscere tutto l’asset di produzione, l’assistente di produzione ne deve conoscere e gestire tutti i dettagli. E’ il braccio destro del direttore di produzione, cioè il direttore dei lavori, colui che dirige le attività e supervisiona i reparti. Queste due figure lavorano a stretto contatto tra loro, diventano un corpo e una mente sola. Il direttore di produzione pensa, l’assistente di produzione fa. Non che il primo non faccia nulla nè tanto meno punta il dito dicendo “fai questo, fai l’altro” semplicemente si suddividono il lavoro in base alle priorità e competenze. Questo è un mestiere in cui si impara facendo, non ci sono scuole o università che ti spiegano esattamente cosa fare e come. Qui devi fare e si impara anche sbagliando.
Direttore e assistente sono le persone che hanno davvero le mani in pasta per la realizzazione del progetto creativo. È il direttore di produzione che parla con i capi reparto (direttore della fotografia, stylist, trucco e parrucco, scenografia, etc..), mette in pratica e recupera quanto emerge dalle esigenze del progetto (e naturalmente l’assistente lo segue in tutte queste fasi, prende appunti e ricorda tutto).
Insieme organizzano la logistica del set e gli accordi economici con le varie maestranze, cercano e trovano la location (se necessario con l’aiuto di un location manager), si occupano di eventuali permessi, prenotano il pranzo, il pick up per gli attori, definiscono i giorni e gli orari del set, il taxi per il regista, insomma sono i custodi della perfetta riuscita del giorno delle riprese. Assistente e direttore di produzione conoscono tutto e tutti, anche i cavilli più remoti e devono saper anticipare e prevenire i problemi che potrebbero spuntare improvvisamente. Sono dei veggenti ma anche dei risolutori. La soluzione deve essere sempre dietro l’angolo, quindi armatevi di creatività che può tornare sempre utile.
Adesso arriviamo ai piani alti, ovvero la persona che crea il preventivo e gestisce il budget da suddividere tra i vari reparti della lavorazione. Parliamo del producer o executive producer. È la persona che gestisce i contatti sia con il cliente sia con l’agenzia creativa che commissiona la lavorazione. È colui che conosce il valore economico del progetto e gestisce i costi di produzione. In fase di pre-produzione è in continuo contatto con il direttore di produzione sia per l’aspetto economico sia per quello artistico. Perché sì, il producer cerca e trova il regista perfetto per il progetto, quello con un portfolio coerente alla visione artistica. Mi sento di paragonarlo ad un abile burattinaio che manovra i fili delle marionette (i reparti), non gli sfugge niente ed è naturalmente anche un abilissimo oratore e venditore.
È con lui che si chiude la filiera del reparto produzione e vi riassumo brevemente ruoli e compiti, per lo più presenti nelle case di produzione video o video agency di Milano:
Per farsi si che un set sia efficace e organizzato nei minimi dettagli, il direttore di produzione e il suo assistente hanno una to do list da smarcare, fondamentale per evitare di perdere pezzi. Oltre agli aspetti logistici e alla supervisione dei vari reparti coinvolti, si occupano di molte cose tra cui:
Un aspetto negativo di questo ruolo? È che sai quando entri in location - chiaramente sempre puntuale anzi, 10 minuti prima rispetto all’orario di convocazione, meglio - ma non sai quando esci. Prima di chiudere una location va fatto sempre un controllo, un “ultimo giro” per assicurarsi che qualunque cosa sia stata messa al suo posto, riconsegnata ai noleggi, senza danni vari ed eventuali. Accertarsi di ogni cosa prima di chiudere questo capitolo chiamato set.
Per quel che vale - per me - questo è il mestiere più bello del mondo per tanti motivi. Se sei una persona che non sta mai ferma, a cui piace essere dinamica, creativa, sempre in continuo movimento, con la voglia di conoscere gente e metter le mani in pasta in diversi progetti questo è il lavoro che fa per te.
Sembra difficile ma con impegno e soprattutto curiosità potete arrivare ovunque e fare qualunque cosa vogliate, basta crederci veramente. Fatelo perchè ci credete, perchè vi piace, perchè siete un po’ maniaci dell’organizzazione e del controllo (quello buono ed efficace, a me piace un sacco!). Fatelo perchè avete scelto questo mestiere non perchè vi siete imbattuti a caso. Ci vuole passione e bisogna vedere della bellezza anche in questo. La soddisfazione più grande è poter vedere in tv, sui social, su stampa - ovunque voi vogliate - un vostro progetto per cui avete sudato, dato tanto e che vi ha dato delle rogne che siete riusciti a risolvere. Non sono i titoli di coda a farvi sentire grandi ed importanti, ma l’amore che mettete ogni volta quando organizzate qualcosa di piccolo o grande, purché vi piaccia ciò che state facendo.
Io ho seguito il mio istinto e l’amore per l’organizzazione delle feste di compleanno a sorpresa o la gestione della squadra di alcune caccia al tesoro notturne che facevo con i miei amici d’infanzia e con i quali, per fortuna, ho la possibilità di ricordare - ancora oggi - da cosa è nata la voglia e la passione per la produzione video.
Questo articolo nasce dalla voglia di condividere con tutti voi qualcosa che - quando mi sono addentrata in questo mondo - non ho trovato ma che avrei voluto tanto leggere per capire in cosa mi stessi imbattendo. Ma l’ho imparato facendo e sono qui, a raccontarvi un po’ della mia esperienza, sperando di avervi fatto finalmente capire quanto è difficile (e un po’ innamorare) e di quanto soprattutto incredibile ed imprevedibile sia il mondo della produzione video.